La crisi Russia – Ucraina e gli impatti sulle imprese italiane

La guerra sta causando enormi sconvolgimenti su diversi fronti economici: in particolare cambia lo scenario geo-politico ed economico internazionale con impatti rilevanti su paesi, imprese e intere filiere di fornitura.
Le sanzioni, la tensione sui prezzi delle materie prime, la ricaduta su import ed export sono alcuni effetti del conflitto che evidenziano l’emergere di nuovi rischi. Diventa fondamentale la capacità di analizzare le possibili ripercussioni sul proprio settore e sulla propria attività per gestire i nuovi rischi e creare nuove strategie.

La guerra in Ucraina ha stravolto nuovamente le catene di approvvigionamento globale, che non si erano ancora riprese dalla pandemia. L’aumento dei prezzi del petrolio e del gas ha esasperato il caro energia che era già ai massimi storici in Europa. I prezzi dell’acciaio e delle materie prime sono schizzati alle stelle. L’impennata dei prezzi interessa non solo il settore siderurgico, ma è tanto più impattante quanto più il peso dell’energia è rilevante per l’attività produttiva: per acciaierie, trafilerie e aziende energivore come CFG si può ben capire quale sia l’effetto dei nuovi costi, che si ripercuotono a cascata sull’intera catena produttiva.

Gli aumenti senza precedenti obbligano le acciaierie ad adottare una componente energetica in più nella propria struttura di pricing che in alcuni casi è compresa nel canone mensile di lega, altre volte indicizzata separatamente e aggiornata alle quotazioni ufficiali per il mese.

Scarseggiano anche i rottami di cui Russia e Ucraina erano importanti esportatori verso Europa, Turchia e USA, causando una forte crisi anche di questo comparto ed un deciso aumento delle quotazioni.

In particolare, il mercato dell’acciaio inossidabile sta attraversando una fase di forte tensione e i prezzi da inizio anno hanno visto aumenti a doppia cifra sul mercato nazionale, in un corridoio rialzista via via sempre più verticale che si era aperto già a fine 2020. Il nichel, materia prima che concorre maggiormente alla formazione del prezzo dell’inox è ai massimi dagli ultimi 5 anni.

Gli effetti economici della guerra in Ucraina si faranno sentire in tutta Europa. I costi diretti delle sanzioni e delle interruzioni degli scambi, l’aumento dell’inflazione e la crescente incertezza diventeranno un freno per l’economia europea e i costi economici complessivi della guerra sono ancora difficili da prevedere.

“Dal punto di vista degli approvvigionamenti non abbiamo mai sofferto il rischio di fermo produttivo dovuto a mancanza di materiale – spiega Eleonora Carola, responsabile commerciale CFG srl – perché abbiamo sempre lavorato programmando in anticipo le scorte con la continua collaborazione dei nostri fornitori. Stiamo però mantenendo aperto il dialogo con i nostri clienti a proposito dei listini che non possono essere mantenuti invariati di fronte a situazioni di così forte instabilità”.

In una prospettiva di massima trasparenza, CFG sta predisponendo le prime quotazioni per i prodotti inox scorporando la componente di Extra di lega (extra energia inclusa) che sarà indicizzata ai valori di riferimento pubblicati mensilmente sui principali siti internet di settore. Le quotazioni per gli acciai inossidabili si comporranno perciò di un prezzo base (fissato in fase di offerta) e della componente extra di lega, un supplemento calcolato in funzione delle fluttuazioni di prezzo di mercato degli elementi di lega (nichel, cromo, molibdeno, ecc.). Le quotazioni fanno riferimento a https://www.cogne.com/customer/extra-di-lega/ .

“In un contesto globale turbolento con un forte impatto sui sistemi Paese e sulle imprese, è sempre la relazione personale a fare la differenza – conclude Carola – . Lo vediamo quando si tratta di fare scelte destinate a produrre effetti nel lungo termine, così come quando si tratta di reagire alle turbolenze dei mercati. Per questa ragione puntiamo sulla comunicazione, sulla fiducia e sulla qualità del servizio sopra ogni cosa”.