I primi risultati del laboratorio di ricerca e sviluppo di Cfg srl

Cfg srl ha fortemente voluto la presenza di un laboratorio al suo interno, quindi dopo l’acquisizione di strumenti necessari per attrezzarlo, iniziata nel 2016, e l’assegnazione di tre risorse dedicate, nel 2018 è partita l’effettiva attività di ricerca e sviluppo. In linea con le strategie aziendali volte a seguire e anticipare le esigenze dei propri clienti, cercando di stare un passo avanti rispetto ai concorrenti, la Ricerca e Sviluppo diviene una funzione necessaria a orientare le scelte dell’Azienda.

Il primo obbiettivo è stato quello di aumentare l’effettiva resistenza alla corrosione dei prodotti Cfg, ovvero barre e tubi cromati, al fine di accogliere le richieste del mercato in merito e sviluppare un prodotto di qualità più elevata, che possa garantire un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti.  Per questo la divisione R&S, ha prima raccolto ed esaminato i risultati che l’azienda aveva già raggiunto in quest’ambito, attraverso i test effettuati tramite la camera di nebbia salina, presente in laboratorio. L’analisi ha tenuto in considerazione sia le caratteristiche del prodotto (tipo di acciaio, diametro, etc), che il processo produttivo adottato, per definire le performance medie dello standard e programmare le successive prove.

Le prove sono state svolte focalizzandosi su ogni aspetto del ciclo produttivo, che è stato scomposto in tutte le sue fasi ovvero: rettifica preliminare, cromatura, rettifica di finitura e lucidatura, al fine di individuare, per ognuna, le variabili determinanti e di agire sui parametri che potessero garantire una miglior resistenza alla corrosione. La filosofia che guida la R&S è di cercare di raggiungere un obbiettivo effettivo e tangibile da applicarsi nella produzione, senza dare per scontato nulla e sperimentando in concreto le ipotesi formulate. Perciò ci si è avvalsi della collaborazione di nuovi fornitori, si sono testati diversi prodotti e si è modificato il ciclo produttivo standard.

Oltre a registrare i dati relativi alle variabili modificate nella lavorazione dei prodotti testati in nebbia salina e averne confrontato i rating, per ogni prova, si è effettuato un esame visivo del campione e ne si sono misurate le caratteristiche geometriche (tolleranza, rugosità e spessore di cromo). In questo modo si sono sempre tenuti sotto controllo i parametri dei campioni che possono influenzare i risultati delle prove e ne si è garantita la replicabilità. Inoltre, per alcuni di test di particolare interesse si è utilizzata l’ottica del microdurometro digitale, presente in laboratorio, per osservare gli ingrandimenti del riporto di cromo nelle varie fasi di lavorazione.

Al termine della prima tornata di test effettuati, ovvero una sessantina, si è definito un nuovo ciclo produttivo per quanto riguarda la cromatura, che associato alle altre fasi del processo, come la lucidatura, garantisce un rating di resistenza alla corrosione maggiore di uno-due punti rispetto allo standard di partenza.

Inoltre i mesi di test hanno permesso di approfondire i diversi aspetti delle fasi produttive e le reciproche influenze sui valori di resistenza alla corrosione, determinando l’acquisto di nuovi macchinari e utensili per la cromatura e rettifica, che costituiranno la base delle nuove prove. I risultati ottenuti finora rappresentano un “traguardo volante”, ma non ancora quello dell’arrivo, pertanto nel 2019 stanno proseguendo i test ed il lavoro di analisi e ricerca, che terminerà solo al raggiungimento di standard effettivi di resistenza alla corrosione superiori rispetto alla media del mercato, per poi concentrarsi su una nuova sfida.